Il treno ha sempre affascinato i viaggiatori di ogni epoca e luogo, fa sognare avventure, romanzi, rischi, azzardi, ha reso famosi certi luoghi: è un volo immaginario verso l’ignoto.
Ed eccoci in Argentina, proviamo a “raccontare” alcuni treni veramente speciali:
Il “Tren a las Nubes”
Il nordovest dell’Argentina può definirsi “l’armonia dei colori”: sono montagne, sierras, altipiani, città coloniali, arte indigena.
In questo contesto, dalla città di Salta, detta “la bella”, fino alla Polvorilla, in un viaggio di 240 km il “Tren a las Nubes” trasporta passeggeri in un tragitto da favola attraverso 29 ponti, 21 gallerie, 13 viadotti, un’eccellente opera d’ingenieria ferroviaria che consente un viaggio in salita fino ad arrivare a 4.220 metri di altitudine in San Antonio de los Cobres. Passando il ponte, nuvole, nuvole, nuvole, i passeggeri hanno la sensazione di essere sospesi in un letto di ovatta. Da ciò il nome “El Tren a las Nubes”.
Per prevenire qualunque malessere viaggiano due medici e due infermieri, ma raramente sono richieste le loro cure. I servizi messi a disposizione sono a livelli turistici superiori: vagone-ristorante, tv, cabina di telecomunicazione, posta, guide turistiche, coordinatori, traduttori, hostess, ma il servizio migliore offerto dal treno è la sensazione di un viaggio dove Le Ande si avvicinano al cielo, in un’ambiente dove regna la magia.
Il “Tren de la Costa”
Buenos Aires, la grande capitale argentina con 12.000.000 abitanti, “la regina del Plata”, tanto conosciuta come centro cosmopolita non lo è tanto per lo splendore del suo fiume largo quanto un mare.
I “portenos” (così sono chiamati gli abitanti di Buenos Aires”) hanno la ferrovia più ecologica del paese che, lungo la costa, attraversa le zone più pittoresche e residenziali della città: il “Tren de la Costa”.
Dal 1995 percorre la parte bassa della zona nord di Buenos Aires dalla località di Olivos fino al Tigre, area del delta del fiume.
Il tragitto incrocia la famosa calle Corrientes, passa per le stazioni Borges e Libertador, primo centro commerciale della passeggiata, per avvicinarsi al fiume sempre di più.
A San Isidro dove è situata la stazione centrale del percorso, altro grande centro commerciale, per poi proseguire fra il verde e la vista del fiume alla zona nautica per tradizione, il Delta, nella cui stazione, fine del percorso, il Parco de la Costa offre attrazioni, shows, giochi. Con l’affascinante labirinto di braccia del Plata con isole di lussureggiante vegetazione, barche, canoe, ville tra il verde, posti di ristorazione per tutti i gusti e la serena visione di luoghi incantevoli, in una passeggiata in barca tra le isole del suo delta, che solo il Rio de la Plata può regalare, finisce l’incanto di una giornata particolare.
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“Expreso Patagònico”
Guido Jacobacci, un ingegnere di Parma, fu il capo del progetto della costruzione della ferrovia “Expreso Patagonico” i cui lavori cominciarono nel lontano 1922 ma che non vide mai completati poichè morì prima della fine. L’ex capolinea porta ancora il suo nome.
Attualmente il treno percorre 165 km che separano la città di Esquel dalla località di Maitèn in rotaie a scartamento ridotto ( 75 cm) con 255 curve. Tanti anni fa tra salite e discese, blocchi dovuti alla neve, superando ogni tipo di difficoltà, il treno trasportava la posta locale, colli di lana, persone, prestando così servizi di incalcolabile valore in una zona allora quasi senza strade ne mezzi di trasporto.
Oggi il vecchio “Expreso Patagònico” attraversa luoghi dove corrono libere mandrie di “guanacos”, lepri e “nandues” (struzzi americani).
Il “trochita” viene chiamato questo treno per i suoi 75cm di rotaie a scartamento ridotto, con la macchina che funziona a vapore e che perciò deve fermarsi frequentemente per fare rifornimento d’acqua, i suoi 30/40 km/ora di velocità con un massimo di 60 km e un minimo di 5, a passo d’uomo, quando le salite non le consentono sforzi maggiori.
Per i turisti il viaggio è un’esperienza che seduce. Dopo anni in cui il suo servizio venne soppresso, dal 1994 il “trochita” ha cominciato a funzionare. Dai suoi vagoni, dove viaggiano abitualmente gli abitanti della zona, si gode la Patagonia, quella semidesertica, in un treno carico di storia, forse unico al mondo, dove a volte il famoso vento “Azul” spazza una pianura selvaggia, arida ma affascinante.
“Tren del Fin del Mundo”
Da Ushuaia, la città a Sud del mondo nella Terra del Fuoco, sulle rive del Canale di Beagle, dove giorni e notti hanno il fascino delle regioni polari, dove le stelle brillano come noi purtroppo ci siamo scordati, dove paesaggi da sogno, fiumi, laghi, montagne bianche di neve, enormi estensioni di boschi ancora vergini fanno da cornice eccelsa, parte il “Tren del Fìn del Mundo”.
La passeggiata è indimenticabile. Si sale alla stazione centrale di Ushuaia, nel trenino ricostruito che è stato quello degli ergastolani che tanti anni fa erano inviati a lavorare per tutta la vita nel carcere di Ushuaia. Come dice un famoso tango gli ergastolani venivano inviati “ad imbiancarsi nel Sud”, poiché la loro vita era resa veramente dura ed il sole per loro era un regalo quasi impossibile.
Ora si può godere di una gita che sarà ricordata come unica nel trenino con la locomotiva a vapore rifatta in vagoni confortevolissimi.
Il percorso attraversa il fiume Pipo passando sul ponte “Quemado” per fare la prima fermata sul punto panoramico della “Cascada de la Macarena”, dove si possono vedere le ricostruzioni degli accampamenti aborigeni degli indios Yamanà, antica popolazione patagonica.
Continuando il viaggio attraverso il “Canadon del Toro” si arriva al confine del Parco Nazionale di Tierra del Fuego e si prosegue nel circuito turistico per giungere alla ex-falegnameria Lombardich, nel Parco Nazionale.
Da quel punto il passeggero può decidere di continuare l’escursione percorrendo il parco in pullman o di ritornare con il treno “del Fìn del Mundo” detto anche “Tren Austral Fueguino”.
Il Treno denominato “del Fìn del Mundo”, è il primo dell’America Latina costruito espressamente a scopi turistici con locomotive a vapore, vagoni con riscaldamento, ampie finestre ed ogni confort per fare una passeggiata in un mondo da sogno della durata di circa 2 ore e 15 minuti.
A bordo dei vagoni di prima classe o turistici, od anche nell’esclusivo vagone presidenziale dove si possono realizzare cene o pranzi nel parco nazionale, si avrà un ricordo dolce, selvaggio, istruttivo, interessante, poetico, a seconda della sensibilità del passeggero, ma sarà sempre unico.
Mirta Panfido
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